06/12/10

MACEO PARKER


Se pensate per un attimo al funk, al massimo della sua espressione, molto probabilmente la prima immagine creata dal vostro inconscio sarà quella di James Brown, scatenato sul palco a cantare e ballare Papa's got a brand new bag o Sex Machine…
Non potrebbe essere altrimenti!
Ma subito dopo vi passeranno per la testa gli Earth Wind & Fire, George Clinton e i Parliament Funkadelic; e se siete ben preparati e avete davvero il funk che vi scorre nelle vene, penserete ad un musicista, simbolo del funk, ovvero Maceo Parker!
Fin dalla sua nascita, Maceo era destinato ad essere un musicista. Suo padre infatti suonava il piano e la batteria, sua madre cantava in un coro gospel della chiesa, e i suoi fratelli Melvin e Kelis suonavano rispettivamente batteria e trombone. Lui scelse il sassofono che da allora divenne parte integrante di sé.
Maceo che ha collaborato con tutti gli artisti citati (tranne gli EWF).
Di sicuro la collaborazione che più lo ha segnato è stata quella con The Godfather of Soul, al quale si unì nel 1964 insieme a suo fratello Melvin. In realtà James Brown voleva solo Melvin come batterista, ma alla fine decise di prendere anche Maceo nella sua band. Avrà pensato: «Vuoi vedere che questo qui mi diventa un fenomeno?!». Beh con la benedizione del Padrino James, Maceo lo divenne. Nominato leader della band da James Brown, Maceo è decisamente uno dei motivi principali dello spropositato successo che ebbe il Padrino. Certo la personalità, l’energia e il talento di James Brown sono indiscussi, ma Maceo fu un elemento fondamentale per quel sound unico e inconfondibile che possiamo ascoltare ancora oggi negli innumerevoli campionamenti fatti dai vecchi pezzi suonati proprio da Maceo & Co. Uno degli aspetti impressionanti è l’intesa che nacque tra i due, vera chiave del successo. Celebre è l’incitazione di James Brown che invita Parker a scatenarsi: «Maceo, I want you to Blow!»

Nel 1970 viene pubblicato il primo lavoro da solista di Maceo “Doing Their Own Thing” sotto la House Of The Fox ma nonostante sia un grande album, per essere un album di debutto, non viene apprezzato moltissimo dalla critica che vede il nome di Maceo ancora legato strettamente a quello di James Brown. Dopo qualche anno, con alcuni membri del gruppo fondò i Maceo & All the King's Men con i quali partì per un tour di 2 anni. Nel 1974 torna nella JB’s Band per incidere Parrty - Part I insieme ai Maceo & the Macks, singolo di grande successo, inserito nel secondo album da solista di Maceo, ovvero “Us”, pubblicato proprio nel 1974. In quest’album troviamo anche la famosa Soul Power, brano che ancora oggi è tra i più famosi della band e tra i più coverizzati e campionati. L’anno seguente lui e alcuni membri del gruppo, incluso Fred Wesley lasciano la band per collaborare con Bootsy Collins, George Clinton e i Parliament Funkadelic. Il suo funk energico, ricercato, e originale non poteva non colpire un ambasciatore del funk come George Clinton, per il quale suono per diversi anni, regalando al numeroso pubblico che si presentava ai concerti performance indimenticabili. Sempre nel 1975 esce il suo terzo album, “Funky Music Machine”, una delle gemme più rare di Maceo ed il secondo con i King’s Men. Stile inconfondibile quello della band che vede tra le proprie file gente come Charles Sherrell, Melvin Parker, e Jimmy Nolen.

1984, Maceo torna a casa, ancora presso JB, ma la parentesi è breve, di lì a poco Maceo Parker si sarebbe messo in proprio. Dopo un debutto in sordina con “For All The King’s Men”datato 1989, nel 1990 viene fuori il suo primo grande successo:: “Roots Revisited”, album molto più jazz, molto più soft e pulito rispetto a quello che ci si aspettava da Maceo ma senza allontanarsi mai dalle Roots appunto, dalle radici funk della sua formazione. In ogni caso un grande lavoro, seguito immediatamente dal “Mo’ Roots” che bissa alla grande il successo del precedente album. Secondo molti è il miglior album di Maceo, non secondo Me, il meglio deve ancora venire. Comunque sia Mo’Roots è un ottimo album che contiene tra i vari pezzi una reinterpretazione strumentale di Let’s Get It On di Marvin Gaye. Troviamo inoltre Hallelujah, I Love Her So di Ray Charles, che apre l’album. La maggior parte dell’album è strumentale, anzi direi tutto tranne una cover di Fa Fa Fa (Sad Song) di Otis Redding, interpretata alla grande da Kym Mazelle e lo stesso Maceo.

Ma il successo vero per Parker arriverà nel 1992 con “Life On Planet Groove”. Un album live considerato da molti e anche dal sottoscritto, uno dei migliori album funk, live, di sempre. Si apre con Shake Everything You've Got. Dopo poche note, il saluto di Maceo Parker: «We like to play 2% jazz, 98% funky stuff!». Posso assicurarvi che sarà dura rimanere fermi e non farsi trascinare dall’energia che sprigiona questo pezzo. Accompagnati dalla batteria suonata da Kenwood Dennard di ritroverete dopo circa 10 minuti in una situazione dove non importa se siete in camera, in macchina, a letto o chissà dove; starete saltando e “muovendo tutto ciò che avrete”. Improvvisamente sarete assaliti dal solo di Maceo Parker che vi farà letteralmente ribollire il sangue. Vi sentirete parte del pubblico che delira in sottofondo. 16’41’’ di pura follia funk!!!

Si prosegue con Pass the Peas, pezzo omaggio ai Parliament Funkadelic di George Clinton seguita dalla celeberrima I Got You (I Feel Good) (devo dirvi di chi?) con Kym Mazelle che ci regala un’interpreazione degna veramente del genio che la cantò la prima volta! Tra i brani a seguire attraversiamo il 2% di Jazz del quale Maceo parlava nell’introduzione del disco, con Children’s of the World, Addictive Love e un’ impressionante interpretazione per sentimento e struggente bellezza di Georgia On My Mind. Perché impressionante? Perché se non sapeste che è Maceo a cantare, non vi accorgereste della differenza con Ray! L’album si conclude con Soul Power ’92 che riprende e chiude con ritmi decisamente più sostenuti accompagnato dal trombone di Fred Wesley e Alfred "Pee Wee" Ellis al sassofono, ovviamente insieme a Maceo! Tre della vecchia scuola James Brown! Album fortemente Consigliato!!!

Dopo qualche anno di break nel 1998 esce un altro capolavoro: “Funk Overload”. Un mix di bombe funk da far paura. Si inzia da Maceo’s Groove rappato dal figlio di Maceo Parker, Corey. Un pezzo che emana un’aura di energia allo stato puro! Se provate a chiudere gli occhi eccovi lì, scatenati per strada a ballare come nel video si questo spettacolare pezzo! Se riuscite a rimanere fermi significa che avete qualche problema! A seguire pezzi come Uptown Up, Elephant’s Foot, Youth Of The World contro i quali non potrete opporre resistenza! Ci sono inoltre un remake del classico di Rufus, Tell Me Something Good, e una cover di Sing A Simple Song di Sly Stone. In definitiva Funk Overload è un album grandioso, uno dei migliori del genere secondo chi vi scrive, di sicuro uno dei migliori di Maceo Parker.

Dal 1998 ad oggi Maceo ha pubblicato altri album come “Dial: M-A-C-E-O” nel 2000 e “Made by Maceo” nel 2003. E comunque in tutti questi anni fino ad oggi, Maceo è in tour continuamente ed ogni sera regala al pubblico scariche di adrenalina come pochi altri al giorno d’oggi! Posso testimoniarlo io stesso che quella sera di Luglio dell’estate 2009, ero a Perugia per Umbria Jazz. Alla fine del concerto ero così scosso che nella mia testa la musica continuava e il ritmo aveva ormai pervaso tutti i muscoli del mio corpo. Ci volle un po’ per riprendermi…

Maceo è sempre stato fin da ragazzo un gradissimo fan di David "Fathead" Newman, Hank Crawford, Cannonball Adderley e in particolare di Curtis Ousley meglio conosciuto come King Curtis. Ma più di tutti Maceo impazziva per Ray Charles e la sua band, come dargli torto! Da tutti questi grandissimi musicisti Maceo ha tratto ispirazione, ha imparato e il suo sound, soprattutto nella prima parte della sua carriera è influenzato da sonorità che a tratti ricordano i suoi idoli. Dopo l’esperienza con Padrino James Brown, ovviamente le cose sono un po’ cambiate; Maceo ha creato una sua identità musicale che lo accompagnerà per tutta la sua carriera. Un musicista virtuoso dal talento innato, capace di regalare emozioni fortissime. Se avrete occasione di vederlo dal vivo e avete voglia di far ribollire un po’ il sangue nelle vostre vene; fate un favore a voi stessi: Non perdetelo!

Yayo


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