23/05/10

DONNY HATHAWAY



Quella che sto per raccontarvi è una storia intensa, senza lieto fine purtroppo. Vi parlerò di Donny Hathaway, un artista che seppur ebbe una carriera breve, resta tra i mostri sacri del Soul anni 70.

Donny ha sempre avuto la musica nel sangue, a 3 anni cantava con sua nonna in un coro gospel! Dopo essersi laureato all’Howard University di Washington entra nel mondo delle produzioni musicali, inizialmente come autore e produttore. Lavora a Chicago alla Twinight Records dove prende parte a vari progetti che coinvolgono artisti del calibro di Aretha Franklin, Jerry Butler e Curtis Mayfiled. Da qui inizia una collaborazione costante con “King Curtis” e sotto la stessa etichetta pubblica anche il suo primo singolo, The Ghetto, Pt.1 che scrive insieme al suo compagno di stanza Leroy Hutson. Il pezzo appare nel suo LP di debutto, “Everything is Everything”.

Il suo secondo album “Donny Hathaway”, datato 1971 ha un successo decisamente superiore al secondo anche se molti critici storsero il naso, dato che 8 delle 9 tracce presenti sono delle cover di vecchi successi soul e gospel di artisti come George Clinton (She Is My Lady), oppure Leon Russell (A Song For You). Dire che Donny reinterpretò questi brani è limitativo, egli diede letteralmente nuova vita a grandi successi dimenticati da molti, tanto da essere considerati pezzi (da chi vi scrive) splendidi originali forse ancor più belli delle versioni precedenti. Quest’album è strapieno di sentimento. Riporta chi ascolta alle radici della musica nera con pezzi gospel come Magnificient Sanctuary Band e Put your hand in the hand. Donny e il gospel sono una cosa sola, voce e musica si sposano in un’ emozione unica, in capolavori come Giving Up (originale di Van McCoy) dove la musica sembra un battito cardiaco rallentato che avvolge e crea un’atmosfera unica, oppure in ballate come Little girl, She Is My Lady o Take a Love Song; che definire semplicemente “romantiche” è un eufemismo. Pezzi (o reinterpretazioni se volete, trattandosi di cover) che diventano opere sacre grazie alla voce calda di Donny che incarna alla perfezione l’anima soul dell’artista sofferente e romanitco.

Già, sofferente. Donny durante il periodo più brillante della sua carriera inizia a soffrire di depressione. Gli venne diagnosticata una schizofrenia paranoica, una patologia che causa allucinazioni, crisi nervose e disturbi del sonno, ma comunque controllabile con farmaci. Cosa che Donny non sempre faceva causando non pochi problemi con le sue 2 figlie.

In ogni caso seguì la terapia e continuò a scrivere e cantare.

Nel 1972 viene pubblicato “Live”, album registrato durante due concert, uno a Hollywood e uno a Manhattan. Sulla scia del precedente lavoro, anche questo è un album quasi interamente di cover. Ci sono pezzi come What’s Goin On di Marvin Gaye, pubblicata l’anno prima, Little Ghetto Boy o Jealous Guy di John Lennon. Presente una nuova versione di The Ghetto e l’inedito We're Still Friends. Molti considerano quest’album come il migliore di Donny, personalmente considero superiore l’album omonimo oppure il successivo a questo. Rimane comunque un ottimo disco, ricco di Soul che riscalda il cuore e l’anima.

Nel 1973, dopo l’album omonimo, inizia una collaborazione che viene considerato uno dei “Duo” più affiatati e azzeccati della storia, con Roberta Flack, sua ex compagna di studi. L’album, interamente di duetti ebbe un grande successo, soprattutto nelle classifiche pop. La voce sensuale della Flack è l’ideale da affiancare a quella profonda e calda di Donny. Tra i pezzi di maggior successo vi segnalo “Where is The Love” che entrò nelle TOP 5 di tutte le classifiche dell’epoca. E alcune cover come You've Got a Friend e Baby I Love You di Carole King e You've Lost That Loving Feeling di Aretha Franklin.

In seguito scrive e interpreta la colonna sonora per la serie TV Maude e per il film Come Back Charleston Blue.

Il suo ultimo album in studio “Extension Of A Man” del 1973 contiene pezzi come Love, Love, Love e I Love You More Than You'll Ever Know che restarono in vetta alle classifiche R&B per varie settimane. Ma di questo album viene spesso ricordata la ballata Someday We’ll Be Free o la sinfonica strumentale I Love The Lord, He Heard My Cry.

I problemi mentali di Donny purtroppo non migliorarono e causarono un allontanamento, causato dalla continua malinconia alternata a rabbia del povero Donny, da Roberta Flack con la quale si riconciliò nel 1978, quando torna in classifica con un nuovo duetto con Roberta Flack, The Closer I Get To You, per il suo album “Blue Lights in The Basement”. Il pezzo si posiziona al secondo posto nelle TOP 100!

Durante una sessione di registrazione per il suo secondo album di duetti, nel 1979, ebbe delle crisi nervose sostenendo che “i bianchi” stessero rubando la sua musica con delle macchine collegate al suo cervello… ovviamente la sessione venne sospesa e più tardi Donny venne trovato morto sul marciapiede del New York's Essex House Hotel, dove pernottava nelle sua stanza al 15esimo piano. Aveva 33 anni. Distrutto dalla depressione e dai problemi di stabilità mentale, anche se molti sostennero che non si trattò di suicidio. Roberta Flack rimase sconvolta dalla morte del suo caro amico e pubblicò le registrazioni sul suo album successivo dedicato interamente a Donny.

Donny Hathaway è da più di 30 anni fonte d’ispirazione per molti artisti e musicisti come Alicia Keys, George Benson, Stevie Wonder, Anthony Hamilton e molti altri non solo per l’aspetto musicale e lo stile di canto ma anche per il suo stile nello scrivere i testi. Il suo uso innovativo del Rhodes Piano nei pezzi R&B ha influenzato molti artisti Neo Soul, e molti artisti hanno dedicato canzoni e tributi vari a Donny, come Amy Winehouse nella canzone “Mr. Hathaway” che parla dell’alcolismo e la depressione, menzionato diverse volte dal rapper Common in un duetto con Lauryn Hill, Retrospect for Life, che contiene un campione di Song For You dello stesso Hathaway, nel 2001 Jay-Z in Girls, Girls Girls so un campione di Love,Love, Love; e potremmo continuare per molto ancora con i tributi e i pezzi campionati più e più volte. Segno quest’ultimo di quanto sia stato innovativo e apprezzato il suo modo di suonare e interpretare la musica dell’anima, che con Donny Hathaway trova una delle sue massime espressioni.

R.I.P. Mr. Hathaway

Yayo


Nessun commento:

Posta un commento

Ratings and Recommendations by outbrain