02/04/10

BETTY DAVIS



Vi passo una ricetta speciale: prendete una bella donna con gambe lunghe e una folta chioma; fatela partire dal North Carolina per New York all'età di sedici anni; fatele iniziare una carriera da modella; fatele incontrare Sly Stone, Hendrix e Miles Davis ed il gioco è fatto. Avrete tra le mani una stella di prima grandezza destinata a far cambiare il mondo che tocca.
È quello che è successo a Betty Mabry, classe 1945, che da una citta del North Carolina, si ritrovò a passare alla storia come la donna che ha inventato la fusion.
Avete capito bene: la donna che ha inventato la fusion. E del brevetto ha i diritti incisi sulle chiappe: THIS ASS INVENTED FUSION.
La storia è semplicissima.
Betty Mabry arriva a New York all'età di 16 anni. Inizia a studiare disegno e, tra una giornata e l'altra inizia una carriera da modella - ha dalla sua non solo la bellezza dei 16 anni e gambe lunghe e mozzafiato, ma un carattere forte e fermo di chi sa quel che vuole. Ben presto compare sulle copertine di Seventeen, Ebony e Glamour.
La New York di quegli anni era un continuo fermento di vita e di espressioni artistiche. Erano gli anni della pop art, delle black panters, del risveglio delle coscienze: gli anni che portarono a Woodstock.

Betty si dà da fare. Incontra musicisti, inizia a cantare, inizia ad attirare l'attenzione su di se. Unisce bellezza e movenze sensuali e folgoranti. Chi la vede sul palco vede una pantera con gambe lunghissime. Vede dei capelli crespi, lunghi, vaporosi. Vede aggressività. Vede pantaloncini e stivali. Vede una bomba che sta per esplodere.
Non possono fare a meno di notarla i Chamber Brothers e Hugh Masakela, con i quali canterà, più che altro per presenza scenica, senza lasciare traccia. È una sorta di front woman relegata all’immagine della donna bella usata per distrarre l’attenzione, in alcuni momenti, o attirarla, in altro. Cantava piccole parti, più che altro nei cori, e questo ruolo le stava stretto.
L'anno di svolta è il 1968. Segnatevi questa data: è l'anno in cui non solo la vita di Betty cambierà ma cambierà la musica e tutto ciò che ascolterete, da quel momento in poi, avrà qualcosa a che fare con quello che succederà alla nostra pantera. Betty Mabry incontrerà Miles Davis, un Davis uscito sfatto dal divorzio con la prima moglie Cicely Tyson, con una gran voglia di rifarsi e di sconvolgere con dei cambiamenti radicali la propria esistenza. Era un Davis che, con la sua continua voglia di ricerca artistica, iniziava a sentir stretto il suo ruolo di stella di prima grande nel jazz modale e iniziava a guardarsi attorno, a cercare nuove sonorità.

Miles s'innamorerà perdutamente della forza selvaggia ed aggressiva di questa pantera dalle gambe lunghe e la sposerà. “…era, forse, troppo acerba ed aggressiva, per me…” dichiarerà, Miles, in un intervista libro alcuni anni più tardi. Gente: TROPPO ACERBA ED AGGRESSIVA! Betty era TROPPO AGGRESSIVA per Miles Davis... non stiamo parlando del primo che capita. parliamo del re incontrastato del jazz modale e dell'inventore del Cool Jazz. di quel trombettista che ruppe gli schemi dell'uso della tromba nell'Hard Bop e inventò un jazz a propria immagine e somiglianze. Un trombettista abituato a controlare le scene e a cercare la perfezione nel suono. non di uno a caso. e Betty era troppo aggressiva...
Miles Davis e Betty si sposano e Mabry scompare dalle scene. Al suo posto arriva Betty Davis e il suo culo che cambierà la storia della musica.
Sfacciata, aggressiva, sicura del potere della sua bellezza, porta Miles a girare in lungo ed in largo, porta Miles lontano dal Jazz modale, lontano dalle posizioni musicali del Miles Davis Sextet, lo porta nella direzione di Hendrix e Sly Stone. Gli fa conoscere il potere del basso e della chitarra elettrica, la forza aggressiva e coinvolgente delle percussioni. Lo porta lontano dalla celebrazione di piano e contrabbasso, in una direzione elettrica e psichedelica.
Miles scrive “Filles de Kilinmanjaro” e dedica a Betty ”Mademoseille Mabry”.
La musica non sarà più la stessa da quel momento in poi: Betty ha pagato il biglietto per il viaggio di Miles Davis verso la musica di JB, verso il sound di Sly Stone, verso la psichedelia di Hendrix.
Tutto questo senza aver mai registrato un disco a proprio nome. Senza aver fatto altro che sculettare senza sosta tra Miles e Jimy – del quale era profondamente innamorata ( ad una domanda specifica postale da un fan, la Davis rispose con un sorriso e toccandosi i capelli disse: “... è tutta roba mia. No extension!”) - nel pieno rispetto della regola che tira più un pelo di figa che un carro di buoi.
Miles dirà: “...a Betty piaceva molto questa musica. Più tardi scoprii che le piaceva anche Jimi, fisicamente...”. Si sussurra che Betty abbia tradito Miles con Jimy, che l’abbia fatto star male. Ma Miles e Jimy non hanno mai litigato… C'è una leggenda che scorre senza sosta: un disco girato tra Miles, Jimy e Betty. Una di quelle cose che in certi ambienti hanno un valore enorme, come il legame verso le teorie che servono solo a confermare le speranze e le certezze. Se fosse così, sarebbe un disco che nessuna casa discografica avrebbe avuto la forza economica di conservare a lungo.
Fatto sta che Hendrix morì e Betty e Davis si lasciarono. Ormai la musica era cambiata e Betty, continuando a mantenere il cognome dell'ex marito potrà fregiarsi del suo celebre tatoo sulle chiappe: THIS ASS INVENTED FUSION.
Arriviamo al 1973.

Betty Davis, dopo un periodo a Londra, torna negli States e entra in studio e registra il suo primo album: “Betty Davis”. Semplicemente così.

Questo è merchandising del proprio nome, una di quelle cose che possono permettersi i grandi, i musicisti affermati. Uno di quei giochi che le case discografiche permettono solo agli artisti che hanno bisogno unicamente del proprio nome per scalare le classifiche ed arrivare in alto.
Betty un nome ed un cognome l'aveva. Betty, una storia l'aveva. Betty aveva una band scelta personalmente – altra caratteristica dei grandi - pescando tra i musicisti che aveva conosciuto negli anni. Betty aveva da portare in giro il suo culo tatuato e le sue gambe e i suoi capelli. Troviamo la ritmica di Sly Stone, il basso fantastico di Larry Graham e la batteria di Gregg Errico, la chitarra di Neal Schon, i fiati dei Tower of Power - Greg Addams e Mic Gillette - ed ancora, dai Graham Central Station - Patryce Banks e Willie Sparks - oltre alle Pointer Sister. Un debutto alla grande, segno della volontà della casa discografica d'investire su Betty e di darle forza e sicurezza.
Betty non ne ha bisogno e la musica che ne viene fuori è un'esplosione di suoni e di voci: è un funk cattivo e potente. Duro, aggressivo, sensuale. Un funk che sa essere ammiccante e coinvolgente. Un funk che va incontro al rock dal lato più duro e puro della propria forza. Un funk in piena sintonia con la nostra Betty. Un funk duro, aggressivo e cattivo per la "Cattiva del Funk".
Siamo ai confini del funk sino ad allora conosciuto. Un funk di una cattiveria ed un aggressività bestiale, recitato ai limiti di George Clinton e di James Brown. Un funk di un caleodoscopio rosso porpora con chitarre selvagge ed impazzite e colpi di basso batteria che arrivano direttamente al basso ventre e spingono e ti fanno muovere ed ammiccare. Qui è sesso fatto musica. È sesso gridato e gestito con forza, lungo le gambe di Betty, dal pube alla voce. La voce di Betty grida: "...il mio sesso vi dominerà!". E domina. E grida.
Inciderà in tutto tre album. Oltre al primo, “Betty Davis”, incide “Nasty Gal” e “They Say I'm Different”. Ed in tutti troviamo le stesse caratteristiche.
I testi sono duri e bollenti, capaci di rappresentare con largo anticipo le tematiche legate ad una nuova identità femminile: non più romanticismo, non più disincantata sottomissione al ruolo dell'uomo, ma prostituzione, maltrattamenti, sfruttamento della donna e rivalsa del mondo femminile. Partendo dal 1973.

Questa è storia. Questo è prendere parte, con la propria base artistica, alla realtà sociale. Questo è partecipare attivamente. Questo è creare movimento. Questo è movimento femminista.
Betty: la femmina. Betty: la mangiatrice di uomini. Betty: dal carattere dominante.
Un esempio di tutto ciò? Un testo:

No, I don't want to love you
acause i know how you are
that's why i've been staying away from you
that's why i havent called you

acause i know you could possess my scarwl
i know could make me shaking
i know you could have me climbing walls

that's why i don't love you
acause i know you are ù
sure you say you're right on and you're righteous
but with me i know you'd be right off
cause you know i could possess your body too
(don't cha)
you know i could make you crawl
and just as hard as i'd fall for you
(boy)
well, you don't know fall me harder
that's why i don't want to love you.


La musica è basata su riff e controcanti, con la voce, spesso strozzata, di Betty pronta ad esplodere e ad inerpricarsi lungo la nostra anima, travolgendo ogni ostacolo.
Le canzoni dei tre album verranno censurate da molte stazioni radio, per gli espliciti riferimenti sessuali. Anche “Getting Kicked Off, Having Fun”, che sembra dolcissima - quasi una ballad... - con il gioco voce controvoce, è un ammiccamento sessuale con Betty che ha l’ultima parola, da perfetta dominante, verrà censurata da molte stazioni radio.
I tre album, la loro costruzione musica e testi, sono il giusto esempio della personalità di Betty che si rispecchia nelle chitarre dal rock funkeggiante e sempre pronte a dettare il passo e la ritmica che lega e raccorda tutto.
Betty si conferma un punto di forza, una diva da palcoscenico, con il suo fisico perfettamente in mostra, dando origine ad esibizioni di esibizionismo puro, dissacrante e irriverente, fatto di sessualità portata all'estremo.
Betty ha preso con se la nascita della fusion ed ha fatto suo l'esempio. Ha fuso Hendrix, Davis, Sly Stone. Ha preso Warhol. Ha preso Nico. Ha preso le percussioni africane e le ha fatte sue.
La strada era indicata dalle sue chiappe.

Buona musica.

Vincenzo Altini


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