28/10/09

BOOT CAMP CLICK



Nuovo post, nuovo gruppo: è il turno del supercollettivo noto col nome di BOOT CAMP CLICK, nato dall’unione ad inizio anni ’90 a Brooklyn, NY.
Ai (spero) pochi a cui questo nome dice poco, saranno (spero, ancora una volta!) più familiari i sottogruppi che compongono il BCC: stiamo parlando dei Black Moon (Buckshot, 5ft e il dj/producer Evil Dee dei BeatMinerz), Smif-N-Wessun (Tek e Steele, oggi Cocoa Brovaz), Heltah Skeltah (Sean Price e Rock), O.G.C.(Starang Wondah, Louieville Sluggah e Top Dog) più altri rappers che gravitano intorno ai nomi appena menzionati, come i Representativz e Rustee Juxx.
La disgografia del BCC è, se calcoliamo i singoli gruppi, davvero molto lunga: sicuramente spiccano fra i lavori “individuali” gli album Enta da Stage dei Black Moon (uscito nell’ottobre del 1993 per la Nervous Records), Dah Shinin’ di Tek e Steele Wreck Rcords, 1995) e Nocturnal degli Heltah Skeltah.
Il sound della crew è molto definito: basi oscure, ipnotiche, molto spesso costituite solo da beat e linea di basso, per ottenere un’atmosfera molto minimale e asciutta, ottima per far risaltare le doti dei nostri eroi: prendete come esempio brani come How many mc’s sul primo disco dei Black Moon o la classica Sound Bwoy Burreil su Dah Shinin’. Ulteriore elemento distintivo, presente specialmente nei primi dischi degli Smif-N-Wessun, è quello linguistico: entrambi di origini giamaicane, Tek e Steele usano di frequente un patois e un accento pari pari a quello dei cantanti reggae, e non mancano le citazioni più o mneo velate alla musica caraibica.
Sarebbe davvero troppo lungo soffermarsi sulle singole vicende dei gruppi che formano il Boot Camp, considerando che dal 1994 BuckShot e Dru Ha dirigono una piccola etichetta, la DuckDown, per la quale puntualmente escono tutti i dischi dei gruppi nominati (ma non solo: anche il recente album di Marco Polo e Torae è uscito per la stessa etichetta); del resto, l’eccellenza dei primi dischi non è stata sempre confermata dalle prove successive (v. War Zone dei Black Moon) o, altre volte, alcuni gruppi sono rimasti in silenzio per molto tempo (Heltah Skeltah, la cui “rinascita” è dovuta secondo me allo straodinario exploit di Sean Price, avvenuto tutto sommato recenteente). In ogni caso, sono usciti dal 1997 ad oggi 4 album a nome BCC, generalmente molto interessanti e ben fatti: For the people (1997), The Chosen Few (2002), The last stand (2006) e Casualities of war (2007). Acquisto, di tutti e 4, caldamente consigliato.

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