09/12/13

DEE DEE, BARRY AND THE MOVEMENTS


Nella Svizzera di fine anni ’60 il cantante Barry Window, figlio di un batterista sudafricano, viene a sapere che a Basilea c’è una nuova cantante di colore che ha una verve vocale molto interessante e soul e, con l’hammondista/flautista Joel Vandroogenbroeck, parte alla ricerca di Dee Dee McNeil.
L’incontro avviene al Chemi Hutte dove la McNeil si esibiva in concerti rock.
Window e Vanderoogenbroeck restarono in silenzio rendendosi conto che le voci che erano giunte sino a loro su quella cantante dall’aspetto gentile e delicato erano vere. Dee Dee si era trasferita dagli States da poco e lentamente s’integrava nella cultura e nella società svizzera.
L’Europa di quegli anni accoglieva ogni stimolo proveniente dagli USA senza alcun scetticismo, una forma di gratitudine socio culturale verso l’impresa di “liberazione” compiuta dagli alleati durante la seconda guerra mondiale, e il migliori mezzi di trasmissione erano rappresentati da cinema e musica. L’influsso degli USA nella scena europea si ritrova in quei tentativi di imitazione dei prodotti culturali americani presenti in ogni territorio del vecchio continente. Ovvio che venuto a conoscenza della presenza di una cantante americana qualunque musicista avrebbe fatto il tentativo di coinvolgerla in un progetto ritenuto “interessante”. Sia Barry che Joel, del resto, erano appassionati di quella straordinaria musica che arrivava da oltreoceano e rimasero sorpresi dal sentire cantare Dee Dee.
I tre si sedettero a tavolino e iniziarono uno scambio di storie reciproche coinvolgenti e l’idea di mescolare musicalmente le esperienze di ciascuno fu di facile presa, fu così che il trio iniziò a lavorare per metter su i Movements con l’idea di sviluppare le capacità soul delle voci di Dee Dee e Barry.
Il progetto fu messo su in poco tempo e ai tre si unirono Barney Wilen (sassofonista franco-americano che vantava nel suo curriculum collaborazioni con Miles Davis, Art Blakey and The Jazz Messengers e altri, oltre a diversi dischi jazz molto ben venduti in Germania), Ronald Bryer (chitarrista inglese e grande appassionato dei Beatles), Peter Giske (bassista rock alla ricerca di uno stile soul…) e Wolfgang Papp (batterista che non aveva mai suonato ne preso lezioni sino ad allora ma che dimostrò di essere in possesso di un sound black poderoso e vitale).
Su questa miscela musicale le doppie voci di Dee Dee e Barry si presentavano alla grande arricchendosi di nuovi timbri e il prodotto fu un disco uscito nel 1968 - Soul Hour – per l’etichetta tedesca MPS e firmato Dee Dee, Barry and The Movements.
Il disco, di stretta matrice soul jazz, è una bomba che si sviluppa in 8 tracce, 7 cover e 1 pezzo originale, in cui i duetti vocali tra Dee Dee e Barry sono gustosissimi e si alternano a parti solistiche strumentali contornate da un uso armonioso del flauto, dell’hammond aggressivo e graffiante al punto giusto e dalla batteria cruda e dura. Si parte on Get Out My Life Woman cover ben riuscita della celebre versione di Lee Dorsey, poi Summertime (maestosa), Soul Time (scritta da Joel Vanderoogenbroeck), Funky – Funky Broadway (ripresa e rivisitata dal pezzo di Dyke and The Blazers), Midnight Our (di Wilson Pickett, grande passione di Dee Dee), It’s Allright (di Ray Charles, altra grande passione di Dee Dee), Willow Weep For Me (versione di Alan Price e ripresa, poi, da Wes Montgomery) e, in ultimo, la strepitosa Hold On, I’m Coming che non ha bisogno di presentazioni.
Il gruppo si sciolse subito dopo per ragioni che non sappiamo e il disco, unico straordinario prodotto, non raggiunse alte posizioni nelle classifiche dell’epoca.

Oggi è molto ricercato dai collezionisti e la sua quotazione si aggira attorno ai 170 euro e non è facile da trovare nella sua versione originale. Sono di facile reperibilità le ristampe messe in circolazione dalla Sonorama, sia in cd che in vinile, nel 2011.

Qualche parola sul destino dei componenti della band: la carriera di cantante di Dee Dee McNeil si fermò ad un secondo disco in versione solista, Rappin Black In A Withe World (1971, ma ha avuto un buon successo con i testi e gli arrangiamenti prodotti per molti artisti tra i quali anche Nancy Wilson e Watts Prophets. Barry Window si fermò ad un album solista nello stesso anno di Soul Hour. Ronald Bryer ha collaborato all’album solista di Window e ad altre produzioni sino alla sua morte avvenuta nel 1973. Peter Giske e Wolfgang Papp hanno continuato a suonare alternando percorsi jazz a momenti rock, senza grandissimo risultati. Barney Wilen e Joel Vandroogenbroeck hanno avuto un buon successo producendo anche dischi di ottima fattura. 

Buona musica.
Vincenzo Altini



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