22/03/11

JOHN LEGEND & THE ROOTS - WAKE UP!


Titolo di un album che è tutto un programma se si pensa ai pezzi che contiene e al messaggio che contengono.

Wake Up! Svegliatevi, alzatevi e prendete coscienza del cambiamento e del periodo di negatività che il panorama musicale sta affrontando. Negatività e frivolezza dal punto di vista dei contenuti, con lo scarso impegno sociale degli artisti nel cercare di cambiare il mondo attraverso la musica, come si faceva nel periodo in cui vennero pubblicati per la prima volta i pezzi presenti in questo splendido lavoro di John Legend & The Roots.

Wake Up” è infatti un bellissimo album di cover con un solo inedito che è Shine, scritto da John Legend, al secolo John Stephens che, come i più attenti di voi sapranno, nasce come autore; ha scritto infatti tantissimi pezzi per artisti come Alicia Keys, Kanye West, Lauryn Hill e Mary J Blige fino a quando nel 2004 ha pubblicato il suo primo album “Get Lifted”, un album attesissimo considerato da molti (e anche dal sottoscritto) il miglior album di John Legend finora, che ha venduto oltre 5 milioni di copie in tutto il mondo! Ha pubblicato poi “Once Again” nel 2006, non ai livelli del precedente ma comunque degno di nota, e poi nel 2008, “Evolver” decisamente inferiore ai lavori già pubblicati.

Che dire dei Roots… Sono da sempre uno dei miei gruppi preferiti, fin dal lontano 1987, anno del loro debutto, si sono distinti tra la massa con uno stile unico e sperimentazioni musicali di primissimo livello. Sono un gruppo Hip-Hop, qualcuno li definisce “Jazz-rap” (che non è un genere) ma io preferisco collocarli in una zona intermedia, al centro tra soul, funk, Jazz e Hip-Hop perché è questo che i Roots sono; un gruppo eclettico che sorprende sempre più ad ogni nuovo album!

Ma torniamo a Wake Up! Si inizia subito con un super-pezzo ovvero Hard Times (1971) di Baby Huey & the Babysitters. Cover interpretata al meglio da John Legend che in quanto a talento puro è secondo a pochi tra gli artisti degli ultimi anni. Molto bello il pezzo rappato da Black Thought dei Roots che mettono in mostra tutto il loro talento musicale in questo brano e non solo.

Si prosegue con Compared To What del 1969 di Les McCann & Eddie Harris, rivisitato in chiave funk. Pezzo energico se ce n’è uno con lo spettacolare basso di Owen Biddle e riffs di chitarra elettrica di Captain Kirk Douglas che danno il meglio di sé! A seguire un pezzo davvero molto bello, fresco e piacevole, si tratta di Wake Up Everybody, pezzo del 1976 degli Harold Melvin & The Blue Notes, cantato da John Legend con la collaborazione di Common e Melanie Fiona. Wake Up Everybody è stato il primo singolo rilasciato da questo album ed è, secondo Me, il pezzo da classifica perfetto per un album del genere, di facile ascolto e molto orecchiabile anche per chi non è appassionato di black music.

Si torna al funk con un pezzo di Ernie Hines, ovvero Our Generation del 1972, con la collaborazione di CL Smooth. Grande energia e come al solito Roots che non si risparmiano in uno dei migliori pezzi dell’album secondo chi vi scrive. A metà album troviamo una sorta d’ intervallo, un prelude di Malik Yusef a Little Ghetto Boy dell’immenso Donny Hathaway. Cover spettacolare, rivisitata in chiave moderna con Black Thought e John Legend che in questo pezzo sembrano tornare al 1972, interpretando questa pietra miliare della musica soul, con una passione ed un ardore che fa invidia a tutti quei musicisti che pur di far soldi abbandonano le tradizioni, dimenticandosi delle radici e della vera essenza della musica soul e non solo. Un giusto omaggio di JL e The Roots a Mr.Hathaway e a questo pezzo che è davvero storia della musica!

Si resta nel 1972 con Mike James Kirkland e la sua Hang On In There, interpretata da John Legend in modo impeccabile, da perfetto Soulman, ci riporta negli anni 70 con questo pezzo malinconico e dimenticato da molti (me compreso).

Cambio di genere! Si passa al reggae con Humanity (Love the Way It Should Be) di Prince Lincoln Thompson & The Royal Rasses. Pezzo scritto dallo stesso Lincoln Thompson, divenuto celebre grazie al suo reggae in falsetto lo contraddistingueva da tutti gli altri musicisti reggae.Bellissima la cover interpretata da JL e i Roots che stupiscono anche con il reggae!

Back to Soul Music con Wholy Holy di Marvin Gaye… (e che ve lo dico a fare!). Brano del 1971 contenuto nella Bibbia del Soul ovvero What’s Goin On dello stesso Marvin. L’originale è un pezzo di struggente bellezza e sensualità anche se a tema religioso, del resto stiamo parlando di Marvin signori. John Legend è uno di quegli artisti che si è ispirato da sempre a Marvin Gaye come icona e modello da imitare (musicalmente parlando), e in questa cover riesce a ridare nuova vita ad un superclassico di Marvin spesso eclissato dai grandissimi successi che hanno sbancato le classifiche di tutto il mondo.

Altro grande pezzo, datato 1973, dal testo toccante e profondo. È I Can't Write Left Handed di Bill Withers. Pezzo che parla delle catastrofi della guerra, in particolare quella del Vietnam, dato che il questo brano è stato scritto in quel periodo, e dei segni indelebili che lascia sui corpi nelle anime di chi la vive. Anche qui John Legend da il massimo di se interpretando questo pezzo, quasi come se stesse implorando qualcuno di smetterla con questo scempio.

Ultima cover dell’album è I Wish I Knew How It Would Feel to Be Free portato al successo da da Nina Simone nel 1967. Brano famosissimo che negli anni è stato cantato da gente come Solomon Burke, John Denver, Ahmad Jamal, Marlena Shaw e molti altri risultando uno dei brani più coverizzati di sempre! Questo pezzo infatti con gli anni è diventato inno del movimento per i diritti civili. Accompagnato da un coro gospel d’altri tempi, John Legend promosso a pieni voti per le cover, risultando all’altezza anche in questo pezzo, breve ma intenso.

L’album si conclude con l’unico inedito che è Shine scritta dallo stesso John Legend. Brano piacevole in perfetto “stile Legend”, che chiude uno dei migliori album del 2010 in modo magistrale.

Wake Up! è più di un semplice album da ascoltare. È un album da capire, da assimilare per la qualità musicale dei brani, delle interpretazioni ma soprattutto per i temi trattati, che ne fanno un album impegnato socialmente, concepito durante la campagna elettorale del Presidente Obama con John Legend & The Roots schierati dalla sua parte.

Con questo album si è “risvegliato” anche lo stesso John Legend che si stava perdendo un po’ dopo lo scarso successo di Evolver. Con i Roots ha ritrovato energia ed è tornato più in forma di prima!

Un album consapevole, che fa riflettere sul momento musicale poco proficuo che stiamo attraversando e sui diversi problemi sociali che affliggono i popoli della Terra. I brani, infatti, non sono stati scelti a caso. Sono tutti pezzi pubblicati nel periodo più florido della storia della musica, gli anni 70, tutti socialmente impegnati. Ogni brano è stato interpretato magistralmente da JL e i Roots che ci danno, con questo lavoro, una vera “sveglia musicale” che dovremmo diffondere soprattutto tra i più giovani, sempre più lontani dalle radici della musica.

Musicalmente Wake Up è un gran bell’album, suonato egregiamente e piacevole da ascoltare, altamente consigliato. Un album originalissimo per come è stato concepito ed uno dei più belli degli ultimi anni secondo chi vi scrive. Del resto sapevamo già del talento indiscusso sia dei Roots, sia di John Legend che con questo album entrano definitivamente tra i migliori artisti del momento e di sicuro tra i migliori degli ultimi anni. Degne di nota anche le collaborazioni esterne con Common, Melanie Fiona e Malik Yusef che impreziosiscono il tutto con la loro presenza. Certo i puristi forse storceranno il naso ascoltando i pezzi rappati da Black Thought o Common ma sappiate che si tratta di MC di classe e di primissimo livello. Professionisti che prima di essere MC sono musicisti, produttori e quant’altro. Ci tenevo a sottolinearlo per quanti non li conoscessero.

Che altro dire allora?!

Wake Up! Svegliatevi!

Yayo

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