25/09/10

ISAAC HAYES



Spesso ascoltando certi vecchi album di grandi geni musicali come Marvin Gaye, James Brown, Donny Hathaway; viene da chiedermi che effetto abbia fatto, e cosa provarono coloro che ebbero l’onore di ascoltare certi capolavori quando erano delle novità, quando quegli album , quei singoli erano in classifica. Chissà se qualcuno ha mai pensato 20-30 anni fa che a distanza di anni quegli stessi titoli, sarebbero diventati fonte d’ispirazione per molti artisti e che sarebbero diventati simboli del Soul.

Uno degli artisti che più hanno suscitato in Me questa curiosità è stato ed è Isaac Hayes. Ascoltando alcuni suoi pezzi come Never Can Say Goodbye, o Walk On By ci si rende conto di essere di fronte ad una delle pietre miliari della musica internazionale. 2 capolavori della musica Soul (il primo dei Jackson 5 e il secondo di Dionne Warwick e Burt Bacharach) reinterpretati in modo unico ed inconfondibile da Isaac Hayes che dona a questi classici una nuova identità, un nuovo sapore che fa si che la sua versione sembri radicalmente diversa dall’originale.

Un artista polivalente, dal 2002 nella Rock’n’Roll Hall Of Fame, che nasce come autore di testi, per poi iniziare a cantarli in prima persona. Se non avete mai sentito parlare di Mr.Hayes, sappiate, giusto per avere idea di chi sia, che è l’autore di pezzi come Soul Man (chi non l’ha ascoltata o ballata almeno una volta?!?!), interpretata per la prima volta da Sam & Dave che è entrata nella Rock & Roll Hall Of Fame ed è tra le migliori canzoni del secolo (RIAA).

Ma la sua carriera da musicista inizia quando a 5 anni cantava di già nel coro gospel della sua parrocchia della sua città. Genio fin da piccolo, imparò a leggere la musica e a suonare da autodidatta il piano, l’organo Hammond, il flauto traverso e il sassofono.

I primi anni 60 sono l’inizio della carriera di Hayes, quando scrive dei pezzi per Sam & Dave e si unisce alla Stax Records, rivale principale del colosso Motown. Dopo un album di debutto senza successo, con poco lavoro alle spalle, nel 1969 esce “Hot Buttered Soul” un album che vede in cima alla playlist di solo 4 tracce proprio Walk On By di cui vi parlavo prima, in una rivisitazione di ben 12 minuti di puro spettacolo musicale con chitarre psichedeliche, che ricordano a tratti quella di Jimi Hendrix, e le coriste in fondo di chiaro stampo black. Si fa fatica a paragonarlo alla versione originale di Dionne Warwick (per altro splendida), proprio per l’originalità del remake. A seguire il brano dal titolo scioglilingua Hyperbolicsyllabsesquedalymistic, su base funk ma interpretato dalla voce semi-baritonale di Isaac Hayes, con i soliti cori della Stax. Le altre 2 tracce sono One Woman e la ipnotica e geniale By The Time I Get To Phoenix di Jimmy Webb e portata al successo da Glen Campbell nel 1967; che ci portano in uno scenario metropolitano buio, un racconto di vita quotidiana in 18 minuti che dopo la prima metà di parlato con flebile accompagnamento di batteria, parte in un crescendo spettacolare di fiati e archi che se si ascoltano accompagnati alle parole e alla voce bassa e calda di Isaac suscitano un’ emozione particolare che pochi brani riescono a suscitare.

Definito da molti un capolavoro, Hot Buttered Soul è sicuramente uno dei lavori migliori di Mr. Hayes ma ben poco in confronto al successo che avrà 2 anni dopo con la pubblicazione della colonna sonora, interamente composta e suonata da lui stesso, di un film storico come Shaft (diretto da Gordon Parks). Vi chiederete: Ma perché storico? Di sicuro molti non avranno mai ne visto ne sentito parlare di John Shaft! Bene, è un film storico perché è simbolo della Blaxploitation, un movimento cinematografico che prevede attori, registi afroamericani e colonne sonore soul e funk, il tutto per dare più importanza alla cultura nera, film nati esclusivamente per il pubblico afroamericano, ma diretto a tutti per smentire gli stereotipi che giravano all’epoca sugli afroamericani, considerati solo spacciatori o gangster. La figura di John Shaft (interpretato da Richard Roundtree) è autorevole, sicura di sé, razionale e soprattutto sta dalla parte della legge. Infatti John Shaft è un detective che se ne va in giro per New York (Harlem in particolare) per trovare la figlia scomparsa di un gangster nero. Il film fu un successo al botteghino e ricevette in seguito un Oscar per la miglior canzone per Theme from Shaft di Isaac Hayes e una nomination per Migliore Colona sonora… Già la colonna sonora. Un concentrato di funk e soul da farne una piacevole scorpacciata, arrangiamenti e produzione interamente curati dal grande Isaac in un modo assolutamente perfetto. È stata definita da molti appassionati di cinema, la più bella soundtrack mai realizzata, di sicuro una delle migliori del genere funk, e insieme a Superfly di Curtis Mayfield, simbolo musicali della Blaxploitation. Probabilmente senza una colonna sonora del genere il film non avrebbe avuto tanto successo! Il brano più importante dell’album è senza dubbio Theme from Shaft, che inizia con un’introduzione inconfondibile con un incalzante riff batteria e un wah wah da pelle d’oca in seguito accompagnati da tastiere (suonate dallo stesso Isaac), fiati e percussioni varie. Oltre 2 minuti di puro funk prima del breve testo che descrive la figura di John Shaft, con un coro di voci femminili che ripetono il nome di Shaft in risposta alle domande poste da Isaac.

Theme from Shaft vinse un Academy Award come miglior canzone nel 1972 e diventò uno dei pezzi simbolo del periodo e sicuramente ancora oggi uno dei pezzi funk più amati di sempre.

Sempre nel 1971, viene pubblicato un altro grande album di Isaac Hayes, “Black Moses”, altro grande lavoro sotto la Stax. Un album per lo più di cover di vecchi classici ai quali Black Moses appunto, come verrà soprannominato dopo l’uscita di questo album, dona nuova linfa vitale o, se vogliamo, una vera e propria rivisitazione. Come vi dicevo in precedenza, le cover di Isaac sembrano pezzi inediti, tanto è originale la sua reinterpretazione. Ci sono pezzi come la celebre Never Can Say Goodbye dei Jackson 5, (They Long to Be) Close to You, di Burt Bacharach e portata al successo dai Carpenters, Man's Temptation di Curtis Mayfield, I'll Never Fall In Love Again sempre di Bacharach ma portata al successo da Dionne Warwick e altre tracce.

Black Moses è stato definito dallo stesso Hayes uno dei suoi album più cari e personali, nonostante si trattasse di un album di cover. L’immagine sulla copertina dell’album, di lui stesso vestito da Mosè è diventato un vero è proprio simbolo nella cultura nera del tempo. Grandi occhiali neri da vero Soul Man e tunica biblica come un vero predicatore.

"Black men could finally stand up and be men because here's Black Moses; he's the epitome of black masculinity. Chains that once represented bondage and slavery now can be a sign of power and strength and sexuality and virility"

Rob Bowman - Soulsville U.S.A.: The Story of Stax Records.

Negli anni successivi Isaac Hayes continua a registrare album, nel 1973 esce “Joy”, un buon album ma un po’ in ombra rispetto al grande successo dei due album precedenti; seguito a ruota da “Live at the Sahara Tahoe” un doppio album live pubblicato come omaggio ai fans.

Nel 1974 la Stax Records dichiara bancarotta e Hayes, rimasto “a piedi” fonda una propria etichetta, la Hot Buttered Soul che avrebbe pubblicato i lavori sotto la ABC Records. I nuovi lavori del Black Moses non sono all’altezza dei precedenti. La delusione è tale che Isaac decide di lasciare il mondo della musica per dedicarsi ad altro.

Negli anni successivi Isaac non ha comunque mai abbandonato il palcoscenico. Oltre a diversi duetti e collaborazioni, è apparso in molti film e serie tv come The Rockford Files dove ebbe un vero e proprio ruolo da attore. Diverse comparsate in serie come Miami Vice, A-Team, e nel 1995 anche Willy The Fresh Prince Of Bel-Air, dove interpretò un prete di Las Vegas che imita Isaac Hayes che sposa Willy e la sua fidanzata sulle note di una divertente parodia di Theme from Shaft. Alla fine della gag, Isaac si becca anche un insulto da Willy che gli dice che la sua imitazione di Isaac Hayes fa schifo! E Isaac mortificato chiede alle coriste: «Perchè? Ero così bravo!».

Il successo di Mr. Hayes in tv non termina qui perché nel 1997 diventa doppiatore della controversa serie animata South Park, donando la sua voce al personaggio “Chef”, il cuoco della mensa scolastica. Fu un successo, e la canzone Chocolate Salty Balls, che canta lo Chef in un episodio divenne una hit in gran Bretagna. Hayes partecipò anche negli episodi musical di South Park come South Park: Bigger, Longer & Uncut.

Nel 1999 nasce la Isaac Hayes Foundation e nel Febbraio 2006 appare in Youth for Human Rights International, un video musicale di un gruppo benefico della chiesa di Scientology, della quale Isaac è membro. Hayes partecipò a numerose iniziative umanitarie in Ghana e in varie zone dell’Africa.

Nel Marzo del 2006 i notiziari comunicano che Isaac Hayes ha avuto un ictus anche se le voci sono più volte smentite. Nell’Ottobre 2006, lo stesso Isaac, scampato al pericolo confermò la diagnosi iniziale.

2 anni più tardi, il 10 Agosto 2008, Mentre si sta allenando sul suo tapis-roulant, Mr.Hayes ha un nuovo infarto, quando sua moglie lo trova a terra è troppo tardi, inutili sono i soccorsi. Isaac Hayes muore 10 giorni dopo aver compiuto 66 anni.

Il genio di Isaac Hayes sta nella sua capacità d’interpretazione unica. Voce bassa, calda e passionale… inconfondibile… da brividi. Capacità uniche anche sotto l’aspetto musicale, basti pensare agli arrangiamenti e alle produzioni di Shaft. Innovative e originalissime all’epoca, sacre pietre miliari oggi. Intoccabili cimeli da collezione da tramandare ai posteri.

Yayo



2 commenti:

  1. Grande Yayo...:-)))

    V.A.

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  2. Immenso. Da quando ho scoperto Hot Buttered Soul, Shaft e Black Moses la musica black per me ha assunto un volto completamente diverso...ancor più affascinante e imprescindibile :)

    Grazie del bel post!

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