21/07/10

ARETHA FRANKLIN


Oggi vi parlerò di una forza della Natura, di una vera Leggenda del Soul…

Vi racconterò della voce femminile più potente, che voi abbiate mai potuto udire. Vi parlerò di una donna che ha cambiato la storia della musica. La sua voce è considerata una Meraviglia della Natura. Ovviamente mi riferisco alla Regina del Soul, Aretha Franklin.

Aretha, cresciuta in una famiglia povera, era un portento già da bambina. Da autodidatta suonava perfettamente il pianoforte già da ragazzina, quando suonava nella chiesa battista del reverendo C.L. Franklin, suo padre, e a volte incantava i presenti alle cerimonie sfoggiando delle interpretazioni ricche di passione e sentimento. La madre di Aretha morì quando lei aveva solo 10 anni. Allora, suo fratello rimase con suo padre e lei e le sue sorelle andarono a vivere dalla loro nonna Rachel.

Aretha era un prodigio, nonostante fu ragazza-madre già a 13 anni, Aretha non abbandonò la sua passione e a 14 anni incise il suo primo disco, che manca però di personalità, manca di quell’originalità che sarà sua negli anni avvenire. Certo stiamo parlando di una ragazzina, che è considerata un talento ma che si è limitata, e si limiterà anche nei suoi successivi lavori ad ispirarsi e imitare alle sue artiste preferite come Mahalia Jackson, Clara Ward e l’amica di famiglia Dinah Washington. Avrà tempo e modo di crescere e migliorare.

Ma come accade ancora oggi, non sempre gli artisti, giovani talenti, hanno il successo immediato che tutti sperano. La carriera di Aretha, infatti sembrava andare a rotoli e il suo “buio artistico” durò per ben sei anni. Sei anni di produzioni intense, tra il 1962 e 1967 incise infatti ben 11 album con la Columbia. Che non mancano assolutamente di qualità artistica, mancano però di quel tocco di classe, di quella magia che solo Aretha è stata in grado di regalarci. Gli scarsi successi, la frustrazione di non essere all’altezza segnarono Aretha che riportò quei sentimenti di malinconia e tristezza in alcuni dei suoi capolavori più noti.

Dotata di una caparbietà unica, Aretha non si perse d’animo fino a quando, un giorno, Jerry Wexel produttore dell’ Atlantic, incantato dalla sua voce che si estende fino a 3 ottave, le propose di incidere un album con la sua casa discografica. Come per magia, Aretha era stata finalmente baciata dalla fortuna, e il risultato fu I Never Loved A man (The Way I Love You)”, suo primo vero capolavoro e il singolo omonimo, raggiunse la Top10 e il primo posto per 7 settimane nella classifica R&B di Billboard. Altri pezzi estratti dall’album sono la famosissima Respect, scritta e cantata da Otis Redding, ma reinterpretata magistralmente dalla Nostra Aretha, tanto da rimanere al 1°posto in classifica per ben 8 settimane.

Nei mesi successivi vennero pubblicati altri 2 album “Aretha Arrives” e “Take a Look”. Il primo non ebbe molto successo, venne rilasciato infatti solo Baby I Love You che vendette circa un milione di copie, mentre il secondo era un vecchio lavoro registrato alla Columbia.

Il secondo “botto” si ebbe nel 1968 quando uscirono “Lady Soul” e dopo sei mesi “Aretha Now”. 2 album che insieme al primo album sotto la Atlantic, rappresentano i capolavori indiscussi della Regina del Soul. “Lady Soul” contiene pezzi come Chain of Fools, (You Make Me Feel Like) A Natural Woman e (Sweet Sweet Baby) Since You've Been Gone e Ain’t No Way che spopolarono negli Stati Uniti e non solo. “Lady Soul” paradossalmente è un album di cover, un dettaglio però che passa inosservato dato che Aretha non si limita a cantare semplicemente pezzi di altri artisti, ma la spoglia e la riveste della sua essenza, facendo passare in secondo piano quella che è la versione originale; donandole quell’energia e quell’originalità d’interpretazione che le era mancata negli anni passati. Un più che doveroso tributo, comunque, a nomi come James Brown, Ray Charles, Curtis Mayfield e Carole King. Per gli amanti dei numeri, “Lady Soul” è al 84° posto nella classifica dei 500 album più belli di sempre di Rolling Stone.

Secondo album dell’anno: “Aretha Now”, contiene la famosa I Say a Little Prayer, originariamente scritta da Burt Bacharach per Dionne Warwick, che la inserì nel suo album The Windows Of The World datato 1967. Purtroppo per Dionne, la versione di Aretha Franklin è quella più ricordata.

È questa la vera forza di Aretha. Non tanto una tecnica di canto, per altro sublime, che la contraddistingue, quanto la sua forza e unicità nelle interpretazioni. Fu questa una delle intuizioni di Wexler, quella di non forzare in nessun modo lo stile di canto di Aretha lasciandola libera di dar vita ai suoi pezzi con il sentimento giusto, che nessuno può imporre o scrivere in uno spartito. Le interpretazioni di Aretha non sono preparate, mai. Vengono dalla sua anima, che tanto ha dovuto sopportare nel corso degli anni e a volte, in qualche acuto sembra venir fuori prepotentemente; alternati però a toni bassi, nei quali Aretha trasmette la sua malinconia, il suo malessere, legato al periodo buio della sua carriera.

Negli anni 70, viene sottolineato ulteriormente il suo malessere interiore in lavori come “Spirit in The Dark” del 1970 o “Young, Gifted & Black” del 1972, che sono una vera e propria analisi interiori per Aretha che soffre molto anche a livello personale. Il pubblico, affezionato all’energia della Regina del Soul, non apprezzò molto questi ultimi lavori, tanto che le vendite calarono in modo esponenziale. Ma non per questo Aretha smise di cantare e pubblicare album. Attraversò un altro periodo di scarse vendite e successo limitato, nel frattempo però lavori come “Amazing Grace” nel 72, un ritorno passato e al gospel d’inizio carriera. Un album che incanta e appassiona fin dal primo ascolto. Oppure album come “Sparkle” datato 1976, scritto e prodotto da Curtis Mayfield per la colonna sonora del film di Irene Cara, Sparkle appunto. Album che venne “distrutto” dalla critica ma apprezzato dai cultori del genere.

La rinascita per Aretha avvenne quando nel 1980 recitò insieme a John Belushi e Dan Aykroyd in Blues Brothers, e cantando Think nella famosa scena del ristorante, che ridiede luce alla stella di Aretha, che stavolta non perse più colpi con gli anni. Da allora Aretha ancor più di prima è stata presa come modello dai giovani artisti soul come Whitney Houston con li quali ha duettato più volte, oppure partecipando alla serata Night Divas nel 1998, ed eclissando letteralmente le giovani voci femminili del pop internazionale come Mariah Carey, Shania Twain o Celine Dion.

Aretha Franklin oggi è un’icona della musica soul. Numerose artiste nel corso degli anni citano Aretha tra le loro fonti d’ispirazione. La sua energia, la sua voce e la sua passionalità sul palcoscenico sono ineguagliabili. Lo provano gli innumerevoli riconoscimenti alla carriera e i Grammy Award che può vantare tra i quali ben 10 sono come Best Female R&B Vocal Performance, 1 come Miglior Album Gospel. Per non parlare dei riconoscimenti personali come la National Medal Of Arts, conferitale nel 1999 dal presidente Bill Clinton, un’onorificenza che va ben oltre la musica, viene assegnata infatti a quegli artisti che partecipano attivamente nelle comunità con impegni concreti e che usano la musica (nel caso di Aretha) come mezzo di comunicazione sociale.

Nel 2004 Rolling Stone, la inserisce al 9° posto tra i migliori 100 artisti di tutti i tempi, dietro solo a nomi del calibro di Beatles, Bob Dylna, Elvis Presley, Rolling Stones, Chuck Berry, Jimi Hendrix, James Brown e Little Richard. Ray Charles finì al 10° posto.

Nel 2005 entra nella Michigan Rock & Roll Hall of Fame. Nel 2007 dottorato in musica, “Honoris Causa” presso la University of Pennsylvania. Nel 2008, Rolling Stone la nomina miglior artista di sempre nella Rock-era davanti a Ray Charles, Elvis e Sam Cooke.

Nel 2009 si esibisce con My Country, 'Tis of Thee alla cerimonia inaugurale del Presidente degli Stati Uniti Barack Obama e nel maggio del 2010 riceve la sua seconda laurea “Honoris Causa” in Musica presso al Yale University.

Insomma, Lauree, Medaglie, Vetta delle classifiche, Grammy. Aretha Franklin è tutto questo, Popolarità e successo. Il riconoscimento artistico più grande però, è senza dubbio uno. È un riconoscimento eterno, uno di quelli che non si dimenticano e che sfidano il tempo. Ovviamente è il titolo di Regina del Soul. Eh si, perché una regina è adorata dal suo popolo, è la persona più importante per tutti e viene ricordata in tutti i libri di storia. Come si fa a dimenticare, anche fra 10-20 anni, la più potente, la più intensa, la più emozionante voce che voi abbiate mai ascoltato?

Inchinatevi dunque davanti a Sua Maestà, Lady Soul e porgetele i vostri omaggi.

Yayo

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