Grover Washington jr.
Luglio 1971. La Tamla Records si sveglia e mette in stampa What’s Going On di Marvin Gaye. Contemporaneamente, in una saletta del mitico studio Van Gelder in Engelwood Cliffs Groover Washington jr è in fase di registrazione del suo primo album. La storia, forse una leggenda, dice che dopo aver sentito Inner City Blues Groover sia andato in sala di registrazione ed abbia portato una variazione alla scaletta del suo primo disco solista. Altra storia dice, invece, che la Tamla abbia pubblicato il disco di Marvin perché era stata informata della registrazione e dell’imminente uscita di Inner City Blues per la Kudu Creed (debut album che sarà pubblicato nel settembre del 1971). Fatto è che What’s Going On e Inner City Blues si trovarono, per un certo periodo, in classifica insieme ed entrambe in posizioni di vertice. Certo è che What’s Going On con tutti i suoi brani fu uno dei dischi più importanti della musica nera e Inner City Blues, brano che darà il titolo al debut album di Grover Washington, è, ancora oggi, uno dei pezzi che conta più cover e riarrangiamenti..
L’importanza della discografia di Groover Washington jr, però, non è nella sua “partecipazione” al successo di Inner City Blues, vero e proprio inno denuncia delle condizioni di vita nel ghetto delle città americane, ma nel suo apporto, grazie allo stile pulito e morbido, alla corrente Smooth Jazz.
Il suono pulito, le note “facili” ed immediate, la quasi totale mancanza delle complesse armoniche del jazz e l’uso della ritmica in chiave armonica, tipiche dello Smooth Jazz, hanno decretato il successo radiofonico dei dischi di Groover Washington jr e di molti degli artisti che, in un modo o nell’altro, ne hanno seguito la scia. Prima del lavoro di Grover Washington, c’è da dire che il jazz era praticamente scomparso dalle classifiche e dalle programmazioni radiofoniche finendo relegato in trasmissioni ad hoc in una forma di auto ostracismo.
Groover nacque a Buffalo nel 1943 in una famiglia della middle class nera americana, in cui l'elemento di unione era rappresentato dalla musica: la madre era corista gospel ed il padre collezionista di vinili e discreto sassofonista. A 8 anni gli fu regalato un sassofono grazie al quale, in piena adolescenza, fu chiamato a far parte di una band, i Four Clefs, con cui iniziò a girare per gli States sino a quando non fu richiamato dallo Zio Sam. Fu durante la ferma che incontrò Billie Cobham che lo spinse a prendere la decisione di dedicarsi definitivamente alla musica ed al rientro a New York gli presentò molti musicisti con i quali iniziò ad entrare ed uscire dalle sale di registrazione in qualità di session man.
La svolta, però, giunse con l’album Breakout, di Johnny Hammond in cui Grover si trovò ad essere chiamato per sostituire, all’ultimo momento, Hank Crawford. Il suono pulito e deciso del sax di Grover impressionò Creed Taylor, produttore dell’album di Hammond, che gli propose d’incidere un album con la CTI ( Kudu Creed) in qualità di band leader. Il debut album sarebbe stato, appunto, Inner City Blues con una formazione in cui figurano elementi come Ron Carter al basso, Idris Muhammad alla batteria, Airto Moreira alle percussioni, poi Eric Gale (che lo accompagnerà per gran parte della produzione discografica) alla chitarra e Richard Tee all’organo.
Grover dirà: “…ero stanco di vedere scatole di dischi in cui il mio nome appariva solo in seconda facciata…”. Il disco, spinto dal suono che riproduceva elementi pop, soul e r&b, in una forma di fusion molto morbida e semplice seppure sofisticata ed elegante, ebbe un discreto successo. Splendide sono le versioni di Inner City Blues in cui viene ripresentata l’intro originale del brano – sirene di polizia ed ambulanze ed urla, e Ain’t No Sunshine di Bill Withers, tratta da Just As I Am del 1971, anch’esso uno dei brani più conosciuti della storia della musica nera.
Seguirono: All King’s Horses, dove spicca Lover Man, e Soul Box, dove appaiono le versioni di Trouble Man e You’re The Sunshine Of My Mind in chiave smooth jazz.
Ma è con Mr Magic ( 1974) che le porte del successo, quello vero, si spalancano. Il disco arrivò al 10 posto della classifica Billboard con la title track stabilmente, per mesi e mesi, nelle classifiche pop ed r&b. Mr Magic è un pezzo di nove minuti di pura goduria in cui la chitarra di Gale, quasi sincopata come le migliori chitarre jazz, introduce le note del sax di Groover in un viaggio che si spinge, con morbidezza, verso suoni puliti. La sensazione che si ha, oltre alla voglia di farsi dondolare, è quella di un colpo di calore, di un abbraccio delicato, di un invito a lasciarsi andare.
Poi toccò, tra un tour e l’altro, a Feel So Good (1975), che bissò il successo di Mr Magic riuscendo ad arrivare nella top 10 della classifica r&b, e A Secret Place (1976), con l’elegantissima Dolphin Dance, e Live At Bijou (1978) con una versione significativamente straordinaria di Mr Magic.
Nel periodo finale degli anni ’70, mentre imperversavano sonorità molto danzerecce e goliardiche che si arricchivano dell’apporto di altre strumentazioni e forme musicali, la produzione di Grover, sebbene influenzata dal periodo, rimase fedele ai canoni stilistici derivanti dalla morbidità espressiva del suo sax producendo brani avvincenti e sensuali come Reed Seed - dall’album Reed Seed del 1979 – in cui Washington si cimenta con il sax soprano e Do Dat, funkeggiante e morbida con lievi accenni pop.
Il vero capolavoro, però, è Winelight prodotto per la Elektra nel 1980.
Pensato, registrato e dato alle stampe in pochi giorni, subito dopo aver sottoscritto il contratto con la Elektra del gruppo della Warner, il disco contiene 6 perle: Winelight, la title track, Let It Flow (Fo Dr.J.), dedicata a Julius Erwing, Dr. J, guardia dei Philadelphia 76ers, In the Name Of The Love, Take Me There, Make Me A Memory e Just The Two Of US, la vera perla, con la collaborazione di Bill Withers. L’album entrò nella top ten delle classifiche pop e r&b e Just The Two Of Us fu al 2° posto della stessa classifica per tutta l’estate del 1981. Winelight vinse il disco di platino per quell’anno ( lo comprò anche un mio amico fissato per l’heavy metal, ndr) e si aggiudicò il titolo di Miglior Performance Jazz Fusion (Winelight) e disco dell’anno.
Just The Two Of Us è considerata la canzone simbolo del Smooth Jazz.
Con Winelight, Washington fu considerato un talento di livello mondiale e tutta la sua produzione musicale fu oggetto di rivalutazione
Baddets (1981), The Bets Is Yet To Come (1982) e Inside Moves (1984), album successivi al successo di Winelight, furono nave scuola per molti artisti che lasceranno, poi, impronte significative nel Smooth Jazz. Kenny G, Walter Beasley, Steve Cole, Sade e altri ancora, devono molto al lavoro di Grover.
Dopo esser stato influenzato da artisti come Dexter Gordon, Roland Kirk, Stanley Turrentine e Cannonbal Adderley e Sonny Rollins, come ha più volte dichiarato, Grover Washington svolge, ancora oggi, ad oltre 10 anni dalla sua morte avvenuta per arresto cardiaco durante la session di registrazione di un disco, profonde in fluenze nell’ambito dell’Hip Hop. Mister Magic è stato campionato da Salt – N – Pepa, Dj Jazzy Jeff & Fresh Prince, Heavy D, The Pharcyde, ecc ecc. I Ti Feel So Good, da Guru per Sliker Than Most. Knuclehead da Ice Cube, Ed Og & the Bulldogs, Brand Nubian. Just The Two Of Us da Eminem, Smif’n’Wessun, Will Smith, ecc ecc.
Un suono caldo. Deciso e delicato. Influssi classici ed interpretazione moderna.
Questo è Grover Washington jr.
Buona musica.
Vincenzo Altini
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