16/01/13

HANNAH WILLIAMS & THE TASTEMAKERS - A Hill Of Feathers




C’era una volta una ragazza che in una delle sue prime uscite da cantante nei sobborghi di Londra, incontrò per caso Sharon Jones (si proprio lei!).  Dall’alto della sua posizione, dopo aver sentito cantare la ragazza, sorpresa dalla potenza e dal calore della sua voce; le disse semplicemente: «…you’re blessed!» che in inglese non significa solo “benedire” ma è un modo per ringraziare qualcuno dopo aver, in questo caso, goduto di una performance musicale emozionante.

Lei è Hannah Williams, londinese di nascita; fin da quando iniziò a camminare ha avuto a che fare con la musica, complice una famiglia intera di musicisti. L’episodio al quale mi riferivo pocanzi, risale a quando la Williams pubblicò il suo primo singolo, un 45 giri uscito sotto la Mondegreen Records, un’etichetta indipendente. Da allora venne sempre seguita da gente come Sharon Jones, Charles Bradley e Craig Charles che con il suo show su BBC radio le diede non poca visibilità.
La svolta per Lei arriva quando incontra Hillman Mondegreen, leader della band dei Tastemakers, che s’innamora letteralmente delle doti canore di Hannah Williams e la invita a diventare la voce leader della band. Talentuosi, puliti nelle esecuzioni, mai invadenti, i Tastemakers sono il supporto ideale per una voce profonda, calda e potente come quella della Williams.
Così iniziano varie produzioni e tour promozionali in giro per l’Inghilterra e non solo, partecipando a vari festival. Nel 2011 mandarono in delirio il pubblico del “Jazz Re:Found Festival” anticipando l’esibizione di Afrka Bambataa! Sharon Jones e Charles Bradley li hanno già definiti la “next big thing” della scena soul Europea tanto da volerli come gruppo di spalla per i loro ultimi tour inglesi.

La svolta avviene quando dopo aver inciso un vinile “home made” vengono contattati dalla Record Kicks, etichetta indipendente di Milano che gli propone un contratto per un disco. E così, nel giro di pochi mesi, nasce “A Hill of Feathers” album di debutto per Hannah Williams & The Tastemakers. Un concentrato di deep soul e deep funk come non se ne ascoltavano da anni.
Il deep funk, per definizione, è quel funk “sporco”, quello graffiante e se vogliamo più “pesante”… quello di Betty Davis e James Brown per intenderci. Mentre per deep soul s’intende il cosiddetto “Southern soul”, cioè quel soul che proveniva da Memphis, dalla Georgia e dal Mississippi. Alcuni nomi? Sam & Dave, Aretha Franklin, Al Green, Rufus Thomas, Otis Redding, Isaac Hayes, Willie Hutch e molti altri.
L’influenza dei nomi che vi ho appena elencato è chiarissima in questo disco, ed è un piacere scoprire come Hanna Williams & The Tastemakers hanno saputo attingere dai mostri sacri della black music per tirare fuori un lavoro come questo!

“A Hill of Feathers” si apre con Work It Out, primo singolo estratto, uscito il 10 settembre, ad anticipare l’uscita dell’album. Un pezzo che secondo chi vi scrive è una vera delizia per l’udito. Beat minimale per dare spazio alla profonda e tagliente voce di Hannah Williams, davvero una perla.
Si prosegue con Tell Me Something (Liberites), altro pezzo dal sapore soul che la dice lunga sulle doti canore della nostra Hannah, davvero un portento. Neanche il tempo di riprendersi, ci lanciamo in uno dei miei pezzi preferiti dell’album che è Do Whatever Makes You Feel Hot, brano dal sapore retrò che, come dice la stessa Hannah in questo pezzo, vi farà muovere i fianchi come se stesse ascoltando James Brown!
A seguire troviamo due pezzi: Don’t Tell Me e The Kitchen Strut che, per un attimo, vi trasporteranno nei 70’s in un’atmosfera stile “Soul Train” a ballare a ritmo di funk, magari a partecipare alla celebre “Line dance”!
Break, con Washed Up. Brano lento, malinconico, a tratti struggente… “deep” appunto. Anche in questo pezzo le contaminazioni della Stax Records e del southern soul sono inequivocabili, pezzo drammaticamente bello!
(When Are You Gonna) Say You're Mine, altro brano intenso, quasi blues, con Hannah Williams che si diverte a “giocare” con le sue corde vocali alternando acuti graffianti a dolci rientri con cambi improvvisi di tonalità, concludendo però con dolcezza.
Ci avviamo alla conclusione dell’album con Get It (Part 1) e I'm A Good Woman; due pezzi freschi dal sapore reaggae misto a funk. Anche qui le doti vocali della nostra Hannah non verranno risparmiate! Chiusura con Things To Come, brano strumentale tutto da gustare che da quasi l’idea di essere una sorta di tema conclusivo, ad un album che non deluderà sicuramente gli appassionati di soul e funk.

Un disco breve, che scivola via che è un piacere. Subito si riesce a percepire quel “senso del groove” che viene dall’anima, formatosi dopo anni di esperienze e ottime basi culturali e musicali.  Uno stile, quello di Hanna Williams paragonato da qualcuno a quello di Etta James o a quello di Betty Davis; con i Tastemakers che con loro sound pulito, lineare e cristallino rendono questo davvero un ottimo disco. Sound moderno, legatissimo però a quelle che sono le radici della musica soul e funk in tutte le sue sfaccettature. Assolutamente consigliato per chi ama questo genere di black music.
Insomma… se Sharon Jones “l’ha benedetta” un motivo ci sarà, no?
Buona Musica!

Yayo


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