12/06/11

EARTH, WIND & FIRE


La black music è un universo che nella sua magnifica semplicità appare di difficile aggressione. Se cercassimo, infatti, d'individuare i caratteri che consentono di definire la musica nera dovremmo fare riferimento alla ritmica di James Brown, alla voce di Marvin Gaye, all'uso dei testi di Gil Scott Heron, ai riferimenti della musica del mondo di John Coltrane ecc ecc ... senza arrivare a dare quella definizione alla ricerca della quale il nostro viaggio è iniziato.

In realtà la musica nera è un contenitore che raccoglie in se tematiche espressive e suoni che partono dall'Africa e viaggiano attraverso i cinque continenti e producono un suono caldo nell'uso della vocalità, sincopato nella ritmica e avvolgente nei fiati e nelle melodie. Questo concetto esemplificativo non definisce la black music e rischia di originare discussioni lontane dal volere dello scriba.

Faccio outing: sono totalmente contrario alle definizioni musicali ritenendole uno strumento a cui le case discografiche ricorrono per vendere i loro prodotti. Secondo la mia visione, totalmente personale ed egocentrica, esistono solo due classifiche: una per i dischi che semplicemente acquisto e l'altra per i dischi che acquisto ed amo e, senza voler tediare nessuno con la descrizione completa del “perchè acquisto” e del “perchè amo”, dico che i dischi che amo si caratterizzano dall'aver testi con poetici riferimenti sociali e/o storie complesse nella loro genesi e vita.

I dischi degli Earth Wind & Fire si collocano come pochi nella mia personalissima classifica dei dischi che amo. Vi spiego il perchè.

Gli Earth Wind & Fire nascono nel 1969 da un'idea di Maurice White, batterista sessionista della Chess Records di Chicago, che spinto dalla sua passione per l'Africa e l'Egitto e dalla musicalità unità alla performance live della Family Stone decise di formare un gruppo jazz pop in cui far confluire le tematiche coltraniane e l'espressione pop di Sly Stone. All'idea aderirono Wade Flemons (voce, piano e marimba) e Don Whitehead (tastiere e voce) ed il gruppo prese il nome dei Salty Peppers. I Salty, sotto contratto per la Capitol Records, produssero alcuni jingle pubblicitari e un paio di singoli di discreto successo (soprattutto il primo – La La Time) senza, però, soddisfare appieno le idee di White. L'idea era difficilmente realizzabile in trio e, inoltre, le tematiche del gruppo erano, per il gioco di poteri all'interno della formazione, ancora troppo lontane dal raggiungere quel concetto di musica del mondo con influssi soul funk afro e pop che solo successivamente, e molte formazioni dopo, White avrebbe realizzato.

Nel 1970, White sciolse i Salty e, con il fratello Verdine al basso, Sherry Scott cantante, Phillard Williams alle percussioni, Michael Beale alla chitarra, con una sessione fiati composta da Chester Washington, Leslie Drayton e Alex Thomas, oltre ai “vecchi amici del Salty” Flemons e Whitehead, creò gli Earth Wind & Fire nella loro originaria formazione a dieci elementi.

Nella spiegazione del nome della band si ritrovano la personalità di White e la mission a cui gli EW&F sono chiamati: Terra Aria Fuoco Acqua sono gli elementi di cui, secondo alcune teorie filosofiche, il mondo, animato ed inanimato, è composto. La mancanza dell'elemento Acqua è dovuta al narcisismo di White: il suo segno zodiacale – il sagittario – è un segno di fuoco influenzato da aria e fuoco. Di qui il nome Earth Wind & Fire. Questi elementi con riferimenti di astronomia e di filosofia torneranno nelle copertine e nei testi dei dischi degli EW&F e verranno citati, volta per volta, nei live.

Esce l'Album Earth Wind & Fire e, successivamente, The Need Of Love (Warner Bross) il cui singolo estratto, I Think About Lovin' You, entra nei primi 40 posti della R&B chart.

Di li a poco, causa il malcontento della gestione possessiva di Maurice White, il gruppo, nonostante il successo, subirà un rivoluzionamento: Maurice licenzierà tutti i componenti, tranne il fratello Verdine, e ricomporrà la formazione con altri elementi facendo confluire nel progetto quei musicisti in grado di riprodurre un sound orientato verso sonorità afro funk, con influssi pop, soul e jazz.

La caratteristica del sound degli EW&F che verrà fuori dalle formazioni che registreranno gli album Last Days And Time, Head To The Sky e Open Our Eyes è rappresentata dalla presenza della kalimba – strumento tipico africano consistente in una serie di piccole strisce metalliche poste su una cassa di risonanza a forma di scatola – suonata, per la prima volta, da Maurice White in Power da Last Day And Times. Power è un brano strumentale che non riscuoterà un grande successo ma che sarà considerato, poi, una pietra miliare dell'evoluzione e della realizzazione del sound tipico degli EW&F. Il brano che riscuetrà maggior successo sarà Where Have All The Flowers Gone, una cover del brano di Pete Seeger ma da quel momento in poi, la kalimba - elettronica e non - sarà sempre presente.

Open Your Eyes consentì alla band di aggiudicarsi, con il singolo Mighty Mighty, arrivato al 29° posto nella classifica pop, il primo disco di platino. In Open Your Eyes sono presenti tematiche fortemente spirituali. Il singolo Devotion, altro successo, dimostra che il suono gioioso e ottimista della band non è un cortocircuito di semplicità e di scarsa visione delle problematiche della vita. Il loro sound, accattivante, anche ammiccante, è inteso come uno strumento teso a comunicare che il divertimento e la gioiosità, elementi essenziali della socializzazione, sono uno strumento per riflettere e per sentirsi parte integrante del progetto divino della vita.

Ma la bomba non è ancora esplosa.

Nel 1974 Sig Shore, regista di Superfly, chiamò gli EW&F per la colonna sonora di That's The Way Of The World (Così Va Il Mondo). Il film, la cui trama verte sul rapporto tra gruppi musicali e case discografiche, in cui Harvey Keitel è il produttore che assolda The Group (proprio gli EW&F) per portarli al successo e poi abbandonarli al momento della caduta, fu un vero e proprio flop al botteghino ma non per la colonna sonora. I fratelli Withe ( a Maurice e Verdine si aggiunse anche Fred) videro le porte del successo spalancarsi inesorabilmente: Shining Star, tratto dalla colonna sonora arrivò al primo posto delle classifiche sia pop che soul. Thath's The Way Of The World si apre con Shining Star brano caratterizzato dal martellante pulsare delle chitarre ritmiche dal suono secco e percussivo, classico del funk alla James Brown, da una controfase superdolce di chitarra che gli conferisce un feeling rock alla Doobie Brothers, da spettacolari break fiatistici che rivaleggiano con quelli dei Kool And The Gang e da furiosi hook. L'album seguì lo strepitoso successo del singolo e raggiunse la vetta della classifica soul e gli EW&F vinsero un Grammy per l'anno.

La band partì per un tour europeo con il chitarrista Santana da cui scaturì la registrazione di un doppio live, Gratitude, entrato a buon merito tra i più importanti album della black music. Gratitude, uno dei pochi live dell'epoca, usato, ancora oggi, come metro per la registrazione dei live, è un esempio di black music a tutto tondo in cui la band mette in mostra le radici jazzistiche e l'ispirazione africana (Sun Goddess e New World Symphony), arrivò, manco a dirlo, al primo posto delle classifiche conquistando il doppio disco di platino, traguardo ineguagliato da qualunque altro gruppo di black music.

Il 1975 fu l'anno d'oro degli Earth Wind & Fire con un live doppio, una serie di 45 giri che arrivano nelle vette di tutte le classifiche (Singasong – nata durante un sound check – e la cover di Can't Hide Love, brano già portato al successo nel 1973 dai Creative Source) e un tour destinato a diventare leggenda. Da quel momento in poi gli EW&F diventano uno dei gruppi più importanti della scena musicale mondiale.

A Gratitude seguirono Spirit, 1976 – arrivò al secondo posto – e All'n'All, 1977 – arrivò al terzo posto, in cui brani come Getaway, Serpentine Fire e Jupiter contengono un'esplosiva miscela di funk jazz da cui emerge una tecnica di primordine che evidenzia assoli di sax arricchiti da splendidi arrangiamenti percussivi e da superbe prestazioni vocali.

Senza dimenticare la storica e super ascoltata September, 1978, in piena epoca disco music, ballata e riballata così tante volte e da così tanta gente da essere considerata uno dei pezzi più ballati in assoluto.

Dal 1972 al 1979 gli EW&F sono stati ogni anno in tournée. Dopo il 1975 i loro concerti sono diventati leggenda. Ogni città che hanno visitato è stata invasa da suoni, lucici, effetti laser, abbigliamenti inverosimili, zatteroni e macchinari scenici di ogni genere. Poi arrivarono le astronavi e raggi che proiettavano i musicisti sulla terra. Sensazioni incredibili. Scene meravigliose e tutti, accorsi da più parti, a bocca aperta. Stupiti. Stupiti dalla musica, stupiti dalle scene.

Nel 1984 gli EW&F si sciolsero.

Si riunirono tre anni dopo attorno al nucleo centrale dei fratelli Maurice e Verdine White, Phill Bailey e Andrew Woodfolk per altri concerti e altri successi.

I successi degli Earth Wind & Fire sono tanti. Non è facile riassumerli tutti ed evitare l'elenco inconsistente di dischi e di successi.

Questo è solo uno spunto per continuare ad ascoltare la loro musica e restare lì, così, a bocca aperta. Con un sorriso stampato in faccia a ballare ed immaginare che un'astronave sia scesa sulla terra.

Buona musica.

Vincenzo Altini



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