Italia, 1944. La seconda Guerra Mondiale volge verso la fine. Le forze USA e i "partigiani" contro i fascisti e le forze tedesche.
Napoli. Un soldato afro-americano di nome James Smith incontra la giovane Anna Senese. I due si innamorano...
1945. L'anno delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki. La seconda Guerra Mondiale finisce. Le truppe tedesche e fasciste si arrendono, mentre un piccolo genio di nome Gaetano nasce.
Gaetano Senese, in arte James Senese, inizia la sua carriera di sassofonista negli anni 60 con i "4 Conny" dove collabora con il bassista e cantante Mario Musella, e con il quale succesivamente collaborerà anche negli Showmen.
James però è innamorato del jazz, e delle sue sperimentazioni. E' innamorato di Coltrane e di Miles Davis.
Sente l'esigenza di creare qualcosa di nuovo. Di sperimentale.
Fù così che nel 1975, insieme all'amico batterista Franco Del Prete fonda i Napoli Centrale, quartetto che vede James al sassofono, flauto e alla voce, Franco Del Prete alla batteria, Mark Harris alle tastiere e Tony Walmsley al basso.
Il frutto di questo sodalizio prende vita proprio nello stesso anno, 1975. Il titolo è semplicemente "Napoli Centrale", la casa discografica la Ricordi.
Un lavoro, a mio parere, eccelso. Un mix di jazz, funk, fusion e un pizzico di rock progressive miscelato alla perfezione con musica popolare napoletana. Ricordano molto, musicalmente, i Weather Report, che si sa, James ama e studia.
Il brano leader è Campagna, una descrizione di vita dei braccianti tra i quali James è cresciuto (anche la copertina del disco raffigura i protagonisti tra le campagne dei dintorni napoletani), mentre Gente e' Bucciano, altra perla musicale, affronta la questione dei migranti che si trasferiscono dalla propria terra natale, per andare a lavorare nelle fabbriche del nord.
Il tema si sviluppa anche in Viecchie, mugliere, muorte e criaturi, la mia traccia preferita, che già dal titolo è eloqueste: mancano i giovani, che vanno via per cercare fortuna altrove, un'industrializzazione che proprio non va giù. Musicalmente molto cupa, ma essenziale per affrontare il tipo di tematica.
Tutto il disco è, come direbbe il mitico Miles: Cool!
Franco Del Prete si destreggia alla batteria come non mai, tra ritmiche jazz, funk e virtuosismi che fanno di lui davvero un grande batterista. Stesso discorso per tastiere e basso, che mantengono calda l'interpretazione e che riportano direttamente l'aria che si respira al sud.
James, infine, è perfetto. E' come se parlasse con il suo sassofono. Nostalgico e incazzato quando serve. Lo capisci dalle sue note. E poi le parole, i temi, il dialetto.
Che disco...
Nello stesso anno però il tastierista Mark Herris e il bassista Tony Walmsley seguono altri lidi e vengono sostituiti rispettivamente da Pippo Guarnera e Kelvin Bullen.
1976 vede la nascita di "Mattanza", secondo lavoro ufficiale dei Napoli Centrale, stampato sempre su Dischi Ricordi.
La potenza è la stessa: jazz, funk, fusion e musica popolare napoletana.
Bisogna evidenziare assolutamente brani fantastici come Sangue Misto, e l'incalzante Simme Iute e Simme Venute.
Un altro lavoro da incorniciare, che permette ai "nostri" di suonare al Festival Jazz di Montraux, una cosa non da molti. E questo ci inorgoglisce.
Nel 1977 altro cambio di formazione. Al basso arriva il giovane e promettente Pino Daniele e alle tastiere Ciro Ciscognetti.
"Qualcosa ca nu' mmore" chiude il periodo Napoli Centrale degli anni 70. Sperimentazione ancora più marcata e più incentrata verso il jazz, con testi al contrario più "leggeri" e meno impegnati socialmente.
A questo punto James tenta la carriera da solista con vari lavori usciti negli anni 80, e verso la fine di quest'ultimi, crea una nuova ed ennesima formazione dei Napoli Centrale con Agostino Marangolo alla batteria, Savio Riccardi alle tastiere e Gigi De Rienzo al basso.
Il quartetto produce altri tre dischi: "Jesceallah" nel 1992 e "Ngazzate Nire" nel 1994 e "Zitte! Sta Vnenn O' Mammon" nel 2001, ma nessuno dei tre raggiunge il livello e la riconoscenza ottenuta dai primi tre lavori degli anni 70.
Oltre a portare avanti il progetto Napoli Centrale, James continua anche a produrre lavori solisti. L' ultimo è datato 2005 e si intitola "Je sto ccà" e racchiude un album con tre brani inediti e un libro con la sua biografia dal quale mi sembra opportuno riportare la frase di James scritta sul retro della copertina:
<<Sono nato nero e sono nato a Miano, suono il sax tenore e soprano, lo suono a metà strada tra Napoli e il Bronx, studio John Coltrane dalla mattina alla sera, sono innamorato di Miles Davis, dei Weather Report e in più ho sempre creato istintivamente, cercando di trovare un mio personale linguaggio, non copiando mai da nessuno…il mio sax porta le cicatrici della gioia e del dolore della vita. >>
Grazie James Senese e Napoli Centrale per aver tenuto alto il nome dell'Italia nel panorama Jazz-Funk.
Dj Danko
Nessun commento:
Posta un commento