“Intuire un sentimento”: questo è il significato profondo di “interpretazione"; un’interprete non è soltanto colei che ripropone un testo, una melodia, ma è la cantante che fa proprio il sentimento profondo del brano e delle parole in esso contenute, le carezza ora dolcemente, ora con forza, e le rende strumento d’amore e di passione: questa è Carmen McRae, abile nel cogliere ogni sfumatura, ogni significato e farne poesia per il mondo. Molto ha imparato e colto dalle colleghe Ella Fitzgerald e Sarah Vaughan, giungendo poi ad uno stile personale e riconoscibile.
Nata pianista e maturata in veste di cantante nei jazz club in giro per gli Stati Uniti, tra Chicago e New York, attraversando storie di passioni travolgenti ed amori idilliaci, ha costruito la propria carriera, tra gli anni ’50 e gli anni ’90, al fianco dei grandi nomi della musica, primo fra tutti il sassofonista e trombettista Benny Carter, nella cui big band Carmen McRae trovò il suo primo vero impiego nel campo della musica.
Innamorata dei grandi interpreti che avevano contribuito a formarne il gusto per la musica jazz (Louis Armstrong e Duke Ellington ad esempio) e profondamente rispettosa degli artisti che ebbe la fortuna di incontrare nel corso della vita, non mancò un’occasione per rendere loro omaggio: deliziosi gli album “Carmen Sings Monk” (1990), dedicato al pianista Thelonious Monk ed al suo innato talento per l’improvvisazione, e “Sarah: Dedicated To You” (1991) per l’amica Sarah Vaughan, scomparsa l’anno precedente.
Conosciuta per il carattere non propriamente facile, Carmen McRae riusciva a creare attorno a sé un’aurea magica, era gioia per la vita la forza che sprigionava: ne furono rapiti Sammy Davis Jr. e il compositore Noël Coward, che con lei collaborarono, il primo nell’album “Boy Meets Girl” del 1957, il secondo in “Mad About The Man” dello stesso anno.
Carmen McRae si è fatta conoscere in tutto il mondo anche grazie alle numerose partecipazioni a festival musicali (Monterey, Umbria Jazz) ove, pur al di fuori del raccolto spazio dei club, la morbidezza e le peculiarità della sua voce giungevano, amplificate, al cuore degli spettatori.
Agli inizi degli anni ’90, a causa di problemi respiratori oramai troppo trascurati, Carmen McRae iniziò un lento declino, scivolando in un coma ed addormentandosi per sempre.
Noi la ricorderemo per come era, una donna determinata, una vera donna della Harlem degli anni ’20, che dedicò tutta la vita alla sola cosa che per lei contasse veramente: la musica.
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