Quando hai un insegnante di musica che si chiama Donald Byrd, che un giorno arriva e ti esprime il desiderio di formare una band, sotto la sua "ala" protettrice, di cui tu dovresti far parte, non puoi far altro che pensare "ce l'ho fatta!".
E' quello che sicuramente hanno pensato Allan Barner (sassofono e flauto), Kevin Toney (tastiera e sintetizzatore), Barney Perry (chitarra), Joe Hall (basso), Keith Killgo (batteria) e Perk Jacobs (percussioni), tutti studenti della Howard University School of Music, di cui Donald Byrd era a capo della sezione di Studi Jazz.
Nonostante i musicisti su citati avessero anche qualche piccola raccomandazione, fu proprio Donald Byrd a decidere di formare questa combo, con influenze prettamente funk, senza però tralasciare quella base jazz che lo contraddistingue.
Nascono così i Blackbyrds.
Il loro primo lavoro "The Blackbyrds", prodotto naturalmente da Donald Byrd, viene pubblicato su etichetta Fantasy, che sarà l'etichetta della loro intera discografia ufficiale, nel 1974, la copertina tra l'altro riprende un' opera di Van Gogh intitolata Wheatfield With Crows. Questo lavoro entra di diritto tra i dischi più belli jazz-funk del periodo. Il livello è altissimo e brani come Funky Junkie, Do It Fluid, Gut Level, Summer Love, The Runaway ne sono la conferma.
Conferma che arriva anche con il secondo lavoro uscito sempre nel 1974 dal nome "Flying Start", titolo che ha tratto in inganno molti, portando a pensare, dato lo stesso anno di uscita di "The Blackbyrds", che fosse il loro primo lavoro, ma così non è, e basta leggere le note di copertina contenute nel disco dove viene appunto evidenziato che l'album in questione è successivo a "The Blackbyrds".
Brani come The Baby con il suo break di batteria iniziale e con un notevole uso dei synth,Spaced Out con il suo groove e con il bellissimo giro di basso introduttivo, e soprattuttoBlackByrds' Theme, brano sul quale è difficile rimanere fermi, fanno di "Flying Start" un altro disco immancabile nella collezione degli appasionati di black music.
Il brano più rappresentativo dei BlackByrds, però, arriva nel terzo disco della band intitolato "City Life", pubblicato nel 1975 ed è Rock Creek Park (famoso parco sito vicino Washington D.C.), con la sua fantastica chitarra iniziale, un giro killer di moogy keyboard, e il coro "doin' it in the park" che accompagna per quasi tutto il brano. Fantastico.
Rock Creek Park diventa nel tempo anche uno dei brani più utilizzati dai ballerini di breakdance, proprio per il suo ritmo incalzante e massiccio.
Molto belli anche altri brani del disco come la stessa City Life, la super ritmata Happy Music, ela potente Hash and Eggs.
Nello stesso anno i Blackbyrds vengono contattati per comporre l'ottima e unica colonna sonora della loro discografia: "Cornbread, Earl And Me".
Donald Byrd è sempre dietro i suoi "picciotti" e nel 1976 produce il quarto album dei BlackByrds: "Unnfinished Business". La linea è sempre la stessa: il giusto mix di funk, jazz e soul che li caratterizza. Anche questo è un gran disco, a partire dalla copertina, basta guardarla per capire anche il mio utilizzo del termine "picciotti".
Notevoli le tracce Party Land, la title track Unfinished Business, l'ottima This is Movin' e In Life.
La loro attività negli anni 70 non cessa e nel '77 sono pronti per uscire con un nuovo lavoro: "Action". Ormai i BlackByrds sono maturi e il livello della loro musica non scende, è sempre alto, basta sentire Supernatural Feeling oppure Lookin Ahead, la fantastica atmosfera diMysterious Vibes, e anche Dreamin About You brano elegantissimo con uno storico break di batteria iniziale.
Nel 1978 esce "Night Grooves" che potremmo benissimo etichettare come il Greatest Hits ufficiale della band. Contiene i maggiori successi sino a quella data, sono presenti infatti:
Happy Music, Gut Level, Walking In Rhythm, Do It Fluid, Rock Creek Park, Supernatural Feeling e Soft And Easy.
L'arrivo degli anni 80 coincide con la fine della carriera dei Blackbyrds, almeno sotto questo nome. Esce infatti l'ultimo lavoro intitolato "Better Days" che, rispetto ai lavori precedenti, tende ad essere meno funk e più soul, anche grazie alla produzione targata George Duke e all'etichetta Fantasy che in quel periodo aveva spostato il suo tiro verso robe tendenzialmente modern soul.
Do It Girl, What We Have Is Right e What's On Your Mind sono alcuni dei brani del disco che vorrei segnalare.
Concludendo evidenzio ancora che la discografia dei Blackbyrds, pur non essendo abbondante a livello numerico, merita di essere presente in tutte le collezioni, soprattutto in quelle degli appassionati, di black music.
Il marchio e l'ombra di Donald Byrd ha fatto, e fa, sicuramente da garante e, come spero, sicuramente lo potrete constatare.
Dj Danko
http://eterostereo.blogspot.com/2011/02/blackbirds-soft-and-easy-1977-45rpm-rip.html
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